LA VITA DI DE ANDRE ATICOLO DI IVAN
Salve cari lettori oggi voglio parlare
di Fabrizio De Andre la vita, la carriera, le sue canzoni.
Fabrizio De andre nasce a
Genova pegli, in via nicolai, il 18 Febbraio 1940 dopo aver trascorso
gli anni della gurra in campagna a Revignano D' asti, la
famiglia De Andre fa ritorno a Genova, in via trieste numero 13.
Fabrizio studia al liceo “ Cristoforo Colombo dopo il diploma di
ammissione si iscrive all' università frequentando con poca
convinzione prima medicina e lettere, poi studiò giurisprudienza
dove supera diociotto esami senza arrivare pero' alla laurea.
CARRIERA
fabrizio de andre' è un
cantautore italiano. il suo amico paolo villaggio lo chiama faber.
fabrizio de andre' mori a milano 11 gennaio 1999 in quasi 40 anni di
artistico a inciso 13 album in tutto in studio in più canzoni
pubblicate solo come singoli fabrizio de andre a cantare era
simpaticissimo peccato che sia morto ed era il mio cantante
preferito lui anche scrive canzoni immaginabili e ribelle Storie di
emarginati, ribelli, prostitute e sono state considerate da alcuni
critici come vere e proprie
,
tanto da essere inserite in varantologie scolastiche di letteraturaie
. [
.
Nella seconda metà degli
anni settanta, in previsione della nascita della figlia Luisa
Vittoria, De André si stabilisce nella tenuta sarda dell'Agnata, a
due passi da Tempio Pausania, insieme a Dori Ghezzi, sua compagna dal
1974, poi sposata nel 1989.
De André con Dori Ghezzi e la piccola LuviLa sera del 27 agosto 1979, la coppia viene rapita dall'anonima sequestri sarda è stata tenuta prigioniera nelle pendici del Monte Lerno presso Pattada, per essere liberata dopo quattro mesi (Dori fu liberata il 21 dicembre, Fabrizio il 22), dietro il versamento del riscatto, di circa 550 milioni di lire, in buona parte pagato dal padre Giuseppe.
Intervistato all'indomani della liberazione (il 23 dicembre in casa del fratello Mauro) da uno stuolo di giornalisti, De André tracciò un racconto pacato dell'esperienza («...ci consentivano, a volte, di rimanere a lungo slegati e senza bende») ed ebbe parole di pietà per i suoi carcerieri («Noi ne siamo venuti fuori, mentre loro non potranno farlo mai»).
Pochi mesi dopo De André cedette al settimanale Oggi i diritti per la pubblicazione del memoriale del sequestro: pur essendo la rivista diretta da Edilio Rusconi dichiaratamente con simpatie a destra, De André accettò il compenso per la pubblicazione del racconto.
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